L’Istituto A. C. Jemolo, grazie all’attività dell’Osservatorio sui conflitti e sulla conciliazione, ha pubblicato il Rapporto 2015 sui conflitti e sulla conciliazione in un momento nel quale il tema è oggetto di sempre più numerosi contributi scientifici.

Con l’approvazione del D. Lgs. n. 28/2010 il Legislatore ha dato attuazione alla delega contenuta nell’articolo 60 della legge n. 69/2009 che lo impegnava ad introdurre una disciplina, profondamente innovativa, finalizzata alla conciliazione in ambito civile e commerciale, nel rispetto e in coerenza con la normativa comunitaria (ed in particolare della direttiva 2008/52/CE del 21 maggio 2008). Alla base della scelta legislativa vi è la convinzione che i c.d. strumenti alternativi di risoluzione delle controversie vadano utilizzati per deflazionare il contenzioso pendente e, di riflesso, per rendere più efficiente il processo civile. La portata rivoluzionaria della mediazione però, a distanza di sei anni dalla sua introduzione, stenta ancora a manifestarsi in pieno. Invero, l’esperienza maturata anche in contesti differenti ha dimostrato quanto si riveli illusorio l’obiettivo di utilizzare gli strumenti conciliativi per deflazionare il contenzioso e come vi sia, piuttosto, una stretta correlazione fra efficienza dell’amministrazione della giustizia e successo di tali strumenti, che potrebbero definirsi, più propriamente, “complementari” anziché “alternativi” (alla giustizia).

Gaetano Edoardo Napoli, nel suo ultimo lavoro (Profili privatistici della mediazione civile e commerciale, il Mulino, Bologna 2015), proponendo un’analisi tecnica dell’istituto, non manca di sottolineare, sin da subito, tali implicazioni che pervadono la mediazione e il suo potenziale diffusivo, mettendo in risalto, oltre alla necessità di un (altrettanto rivoluzionario) cambiamento culturale, l’esigenza di un’attuazione che sia, in concreto, regolata da parametri del tutto coerenti con il sistema normativo. Con un approccio critico e attento la trattazione, seguendo due direttrici, da un lato definisce con precisione l’ambito di applicazione dell’istituto, delineandone le differenze con altri che possono risultare affini, dall’altro entra nel merito del procedimento di mediazione fornendo, al lettore, gli strumenti per coordinarlo con il tessuto normativo in cui si innesta.

Frutto di una scelta sapiente dell’autore è l’impostazione della trattazione a partire da un’analisi che valorizza la mediazione, considerata in astratto, nel contesto degli strumenti rivolti verso gli stessi fini. Nelle differenze giuridiche (e metagiuridiche), che la mediazione presenta in tale confronto, si dipanano invero la maggior parte delle questioni che attengono ad un impiego virtuoso e funzionale di questo strumento. 

L’opera presenta un impianto sistemico organico e razionale: ad una prima disamina incentrata sulle differenziazioni segue una trattazione, chiara e completa, dei profili privatistici dell’istituto che riserva il giusto spazio alle relative querelle giurisprudenziali ancora irrisolte. Il testo, di scorrevole lettura, non risulta inutilmente appesantito in nessuna sua parte, e, nella sua sinteticità, si caratterizza per la sua esaustività prestandosi ad essere un utile strumento di conoscenza dell’evoluzione normativo giurisprudenziale della mediazione, che negli ultimi anni è stata oggetto di significative modifiche. Con sistematicità e profonda chiarezza espositiva l’autore tocca nel vivo tutti i profili critici dell’istituto evidenziati dalla dottrina e dalla giurisprudenza in relazione alla disciplina antecedente alla sentenza della Corte costituzionale n. 272 del 2012, che hanno successivamente trovato, nella riforma del 2013, un superamento soltanto parziale. A chiudere l’opera infine, in un’ottica circolare, viene proposta una breve disamina dei più recenti interventi normativi volti a ridurre il contenzioso giudiziale: in particolare il procedimento arbitrale affidato agli ordini forensi (legge 10 novembre 2014, n. 162);  la negoziazione assistita (legge 10 novembre 2014, n. 162); e la risoluzione alternativa delle controversie riguardanti i consumatori (D. Lgs. 6 agosto 2015, n. 130).

Il tema della mediazione è affrontato negli studi scientifici sia con attenzione ai profili teorici, che a quelli normativi, ma non mancano i lavori che prediligono (o comunque contengono riferimenti anche ad )aspetti pratici ed applicativi delle norme.Unisce il tratto teoretico e ricostruttivo a quello pratico il lavoro si Simone Budelli (Trattato sulla media-conciliazione – La media-conciliazione, Aracne, 2012), mentre più ampia è la analisi complessiva dei sistemi ADR in S. Viotti, Gli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie quali categorie di genere; la mediazione quale strumento convenzionale a media interferenza, Rubettino, 2013.

Recentissimo, infine, il lavoro di Roberto Masoni (La mediazione nel processo civile. Con un commento alla negoziazione assistita di cui al d.l. n. 132/2014, Giuffrè, 2015) che oltre all’analisi della normativa già adottata nel corso degli anni fornisce anche riflessioni inerenti la disciplina di risoluzione extragiudiziaria delle controversie insorte tra professionista e consumatore, (ex artt. 141141 decies del d.lgs. n. 206/2005, modificato dal d.lgs. l. 6 agosto 2015, n. 130).

 

Maddalena Capponi