Il Tar del Lazio ha deciso di sospendere la prova per 20.787 candidati che i prossimi 25, 26 e 27 giugno avrebbero dovuto concorrere per 365 posti da magistrato.  La decisione, di evidente impatto nazionale, arriva con una sentenza della prima sezione quater del Tribunale che ha accolto il ricorso di un disabile impossibilitato a partecipare al concorso per tre giorni consecutivi. Insomma, le date del concorso da magistrato discriminano uno dei partecipanti, un disabile abruzzese di 34 anni affetto da una grave disfunzione renale e per questo costretto un giorno sì e uno no a sottoporsi nell’ospedale di una città dell’Emilia Romagna a una sessione di dialisi. Il problema quindi, per uno soltanto dei ventimila candidati, sta nel calendario fissato dal decreto ministeriale del 7 marzo del 2014, per il quale il disabile non è dunque in grado di poter affrontare a Roma tre giorni consecutivi di prove scritte. Per questo motivo il giovane disabile ha fatto ricorso e chiesto di poter svolgere il concorso in date diverse, appellandosi all’articolo 16 della legge n.68 del 12 marzo 1999 che garantisce ai disabili la possibilità di partecipare a tutti i concorsi per il pubblico impiego, da qualsiasi amministrazione pubblica siano banditi, in parità di condizioni con tutti gli altri concorrenti, attraverso la previsione di speciali modalità di svolgimento delle prove di esame. Ma l’Avvocatura dello Stato per conto del Ministero della Giustizia ha respinto questa soluzione in quanto si sarebbe rischiato di invalidare la prova, dato che avrebbe potuto ottenere i titoli delle prove con anticipo.

Ora per evitare il caos, lunedì 9 giugno il Ministero della Giustizia dovrà decidere se adeguarsi alla decisione del Tar, quindi cambiando le date dei 20.787 candidati al concorso, oppure se azzardare un ricorso al Consiglio di Stato nel tentativo urgente di sterilizzare prima del 25 giugno l’ordinanza del Tar del Lazio.