Si è tenuto presso l’Istituto regionale di Studi Giuridici del Lazio “A. C. Jemolo” il convegno “PIÙ GARANZIE PER I SERVIZI PUBBLICI NEL LAZIO”. L’incontro ha avuto per oggetto la presentazione della proposta di legge regionale per l’istituzione di una camera di conciliazione della Regione.

Al convegno hanno partecipato più di 150 persone e sono inetrvuti il Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maria Carmela Lanzetta, il Presidente facente funzioni della Corte di Appello di Roma, Catello Pandolfi, il Presidente del Tribunale di Roma, Mario Bresciano e il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, Mauro Vaglio, il Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Roma, Roberto Lala, il Presidente del Consiglio Notarile di Roma, Velletri e Civitavecchia,  Cesare Felice Giuliani, il Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma, Mario Civetta, il mondo delle professioni e i rappresentanti delle aziende che erogano servizi pubblici.

In rappresentanza della Regione Lazio è intervenuta l’Assessore alle Pari Opportunità Concettina Ciminiello.

La proposta di legge regionale “Norme per favorire la conciliazione nelle controversie sanitarie e in materia di servizi pubblici” costituisce un’assoluta novità in Italia perché, per la prima volta, viene offerta nel settore pubblico, in caso di controversie, un’alternativa al ricorso al Tribunale. I cittadini troveranno nella Regione un alleato attivo per la tutela dei loro diritti gratuito e in tempi rapidi.

Gli utenti dei servizi pubblici (acqua, elettricità, raccolta rifiuti, ospedali ecc) avranno a disposizione uno strumento snello e agile, volto a migliorare da subito il servizio e la conciliazione.

In questo modo la legge regionale diverrà un mezzo per ridurre il contenzioso tra cittadini e     P. A. e per migliorarne la qualità della vita.

La Camera di conciliazione, composta da conciliatori medici, avvocati, notai e commercialisti scelti dai rispettivi ordini professionali, garantirà terzietà, indipendenza e professionalità. È auspicabile che la Camera di conciliazione possa rappresentare un modello per le altre Regioni italiane.