“La centralità della formazione per la crescita della cultura della conciliazione” questo il tema centrale dell’evento dedicato per i 10 anni di attività dall’Osservatorio sui conflitti e la Conciliazione ed organizzato lo scorso 28 settembre.

Tra i relatori di spicco la Responsabile dell’Ufficio legislativo del Ministero della Giustizia, Franca Mangano, la quale ha evidenziato come, nel testo approvato al Senato nel corso del mese di settembre, dai principi di delega emerga la valorizzazione di quegli strumenti che sono ormai da definire “complementari” alla giurisdizione e non soltanto meramente alternativi e che questi dunque vadano armonizzati, monitorati e raccolti in un Testo Unico. Ha sottolineato ancora che la promozione di incentivi fiscali per invogliare il ricorso a tali strumenti è altrettanto condizione necessaria ed imprescindibile alla crescita della qualità degli strumenti stessi complice una adeguata formazione di tutti gli interessati a partire dai giudici.

Ulteriori riflessioni sono state sottolineate da tutti i componenti dell’Osservatorio, organizzati in due tavole di confronto, distinte per “ordini” ed “enti”. Ne è emerso un efficace dibattito che ha condotto a formulare 5 linee progettuali di interesse da sviluppare in seno all’Osservatorio per lavori a breve e lungo termine che potranno essere canalizzate sia nelle officine tematiche, come nel rapporto annuale ovvero in progetti ulteriori che riguardino anche le modalità di “fare formazione”.  

I punti evidenziati sono i seguenti:

  1. Lavorare per una formazione non solo per gli addetti ai lavori, per diffondere la cultura della conciliazione in colleganza alla necessità di innervare le PP.AA. della cultura della conciliazione, rendendo chiunque capace di gestire il conflitto attraverso adeguati percorsi guidati ed evitando di delegare sempre e comunque;
  2. Una formazione europea ed aperta agli altri ordinamenti, che tenga conto dei conflitti transnazionali e che faccia diventare la mediazione, anche nel nostro Paese, una modalità ordinaria e non più residuale nella gestione del conflitto;
  3. Una formazione rivolta ai giovani, con attenzione all’educazione nelle scuole e con percorsi universitari specifici in tema di mediazione dei conflitti e di conciliazione civica;
  4. Una formazione nuova, che vada al di là dell’aggiornamento di quella già esistente, che sia centrata sui conflitti tra cittadini e Pubblica Amministrazione ed in materia di servizi pubblici;
  5. Una formazione volta a formare una nuova figura professionale, quella del conciliatore civico, che possa trovare spazio nei vari settori della Pubblica Amministrazione, delle Autorità di garanzia e nelle Camere di conciliazione.

Hanno contribuito alla definizione di queste linee progettuali,  con un particolare assunto sul ruolo della giurisdizione,  gli  enti pubblici nella tavola Rotonda presieduta da Paola Moreschini, vice presidente dell’Osservatorio, il Commissario dell’Istituto Arturo Carlo Jemolo, Gianluigi Pellegrino, la neo presidente della Camera Regionale di Conciliazione del Lazio Fabiana Liberati, e per il Tribunale di Roma, seconda sez. civile il Presidente  Francesco Oddi, per la Corte d’Appello di Roma, Emilio Norelli per il Corecom Lazio Roberto Rizzi per la LAZIOcrea Spa Andrea Spadetta oltre a tutti i rappresentanti degli ordini professionali aderenti.